Abbiamo acquistato questo libro dopo aver letto “Alex e Penny in Cina“, volume della White Star del quale ho parlato anche qui sul blog che ci aveva introdotti alla cultura cinese. Siccome mio figlio era rimasto colpito dalla scoperta di tradizioni tanto diverse dalle nostre, al termine di quella lettura abbiamo cercato altri libri in qualche modo collegati con la civiltà del Celeste Impero e fra gli altri (pochi) titoli intravvisti in libreria abbiamo scelto “Il duca Yè e la passione dei draghi“.

Questo volume, pubblicato nel 2007 dalla casa editrice Sinnos, ha un formato di 21×21 cm ed è caratterizzato da copertina flessibile e una cinquantina scarsa di pagine. Ma ciò che in particolare lo contraddistingue è la presenza del cosiddetto “testo a fronte”: la storia narrata infatti è riportata sia in italiano che in cinese. Ed anche se nessuno, né in famiglia né fra i nostri conoscenti, conosce questa lingua è stato comunque interessante osservare gli ideogrammi e cercare di riconoscere almeno il simbolo che indica la parola drago …
A livello di contenuti il libro è davvero ricco: le prime trenta pagine sono occupate dalla favola del duca Ye, grandissimo appassionato di draghi che dopo aver fatto di questo superbo animale una presenza quasi ossessiva nel suo palazzo si ritrova da un giorno all’altro a contatto con un vero drago, esperienza che sarà per lui assai più traumatizzante di quanto non potesse prevedere. La storia in realtà non è molto lunga (si deve infatti tener conto che ogni coppia di facciate presenta testo italiano, testo cinese ed illustrazioni) ma risulta comunque abbastanza articolata, con un interessante colpo di scena ed una piccola morale esplicitata anche al termine della favola stessa. Il linguaggio inoltre è al tempo stesso scorrevole ma non eccessivamente semplificato, così la lettura risulta adatta a bambini dai 5 anni circa ma comunque stimolante anche per quelli un po’ più grandicelli.

Le restanti venti pagine del volume sono dedicate sia ad un breve approfondimento sulla figura del drago in Cina, sia a riportare sei giochi della tradizione cinese (salto nella casa, il mattone e la moneta, volano coi piedi, aquiloni, salto degli elastici, gonfiare una mucca). Insomma, il libro risulta essere davvero completo e nel suo insieme costituisce un modo molto piacevole per accostarsi agli usi e costumi di un popolo ancora non molto conosciuto in Italia.
Le illustrazioni, opera di Monica Auriemma, sono un adeguatissimo complemento al testo e si caratterizzano per uno stile a mio giudizio particolarmente azzeccato, abbastanza orientaleggiante da mostrare delle analogie con i dipinti e i fregi di ispirazione cinese, abbastanza “nostrano” da non risultare troppo estraneo ai gusti europei. Le figure sono tratteggiate con realismo, i colori pastello ricchi di sfumature, ogni tavola presenta inoltre molti dettagli che un occhio attento potrà collegare da una pagina all’altra.
L’unico difetto che mi sento di ascrivere a questo libro è il suo prezzo, 11.70 euro, non proprio in linea con le pubblicazioni per l’infanzia soprattutto se si considerano il numero di pagine relativamente esiguo e la rilegatura con copertina flessibile. La qualità del prodotto è buona e giustifica il prezzo, ma questo può scoraggiare dall’acquisto e ammetto che se fosse esistita una versione più economica del volume (magari senza il testo in cinese) avrei sicuramente scelto di comperare quella.

La mia esperienza: il libro si è rivelato una lettura davvero interessante, non solo per le belle illustrazioni e la storia narrata, ma anche per le spiegazioni fornite al termine e per i brevi paragrafi dedicati ai giochi – sezioni che, come ho già accennato, ci hanno permesso di approfondire con naturalezza alcuni aspetti della cultura cinese.
Età per cui lo suggerisco: lettura ad alta voce dai 5 anni – lettura autonoma dai 7 anni