“L’angelo del lago” di Dario Galimberti – Recensione

[Titolo originale: L’angelo del lago – Il delegato di polizia Ezechiele Beretta Vol. 1]

Il mio giudizio in breve:

Romanzo dall’avvio un po’ lento ma in cui si viene invogliati a proseguire dalla prosa scorrevole e che richiama piacevolmente il periodo d’ambientazione della vicenda. Con il dipanarsi della storia la componente investigativa si fa intrigante e, a dispetto di un numero di sospettati abbastanza ristretto, fino al termine rimane una certa suspense per come si svolgerà l’epilogo. Mi ha fatto immergere nell’atmosfera della Lugano anni Trenta e mi induce a leggere il seguito della serie.

L’angelo del lago è un romanzo investigativo, senza dubbio, eppure un po’ come i cozy mysteries che tanto vanno di moda in questi anni riesce ad essere anche qualcosa di più, in particolare ad aprire uno scorcio suggestivo e vivido della Lugano di circa novantanni fa. La storia si apre infatti proprio nel centro della città svizzera, mostrando un gendarme all’inseguimento di un ragazzino che ha rubato una ciambella – inseguimento che porterà il rappresentante della legge in uno dei più malfamati quartieri cittadini, Sassello, dove inaspettatamente si troverà di fronte al cadavere di una giovane, angelica fanciulla.

Come dicevo l’ambientazione è affascinante e ben resa, per quanto a volte la cura quasi maniacale con cui l’autore descrive il susseguirsi dei vicoli e delle strade piuttosto che altri aspetti di toponomastica cittadina tendano a lasciare un certo spaesamento. Sarebbe però difficile al richiamo esercitato non solo dai vecchi acciottolati che si aprono come squarci in mezzo alle case fatiscenti case medievali del Sassello, ma anche a quello delle eleganti ville della ricca borghesia con i loro sterminati parchi e soprattutto a quello del lago, che quasi come una persona a tratti fa capolino dalle pagine con le sue nebbie, i suoi panorami di acqua e montagne, la sua calma ma anche un accenno di solitudine.

In questa realtà variegata si muovono i due principali investigatori a cui si deve la risoluzione del mistero: il gendarme Albino Frapolli e il delegato di polizia Ezechiele Beretta. Il primo è proprio il giovanotto che nel primo capitolo scopre fortuitamente il cadavere, motivo per cui il detective Beretta – ufficialmente incaricato delle indagini – decide di tenerlo al suo fianco in un caso che fin dal principio presenta il grande ostacolo di una mancata identificazione del corpo.

Ecco allora che fra testimonianze più o meno reticenti (se non addirittura menzognere), tracce che finiscono per rivelarsi estranee ai fatti, intralci da parte degli avvocati e delle alte sfere cittadine, sopralluoghi nel quartiere Sassello alla ricerca di qualche nuovo indizio, si sviluppa l’inchiesta condotta da Beretta con modi non sempre ortodossi ma con innegabile tenacia. E particolarmente interessante è a mio avviso proprio la trama, che personalmente ho apprezzato più dei personaggi in quanto a parte i protagonisti, ben delineati ed anche sufficientemente approfonditi, trovo che i comprimari siano rimasti un po’ troppo abbozzati per risultare davvero avvincenti.

La storia invece mi ha davvero coinvolta, forse non al punto da lasciarmi con il fiato sospeso perché lo stile di Galimberti è troppo pacato per questo, ma senza dubbio mi sono sentita sempre incuriosita a scoprire cosa sarebbe accaduto nelle pagine seguenti. Prima per scoprire l’identità della vittima, ma poi per capire via via i vari dettagli della morte ed anche della vita della sventurata Eleonora. Il concatenarsi delle scoperte fatte sia dall’ostinato delegato di polizia – che per far luce sulla vicenda non esiterà a recarsi persino a Milano – sia dal suo più giovane e inesperto assistente fa sì che il lettore si senta continuamente spinto a girare un’altra pagina per fare più luce sulla vicenda.

Anche perché nonostante a circa un quarto del romanzo la maggior parte dei fatti sembri ormai svelata resta ancora un mistero che non permette agli investigatori di dimenticare Eleonora: il motivo per cui la ragazza è stata ritrovata al Sassello nuda. Le indagini hanno permesso di capire come è morta e per mano di chi, ma questo dettaglio rimane inspiegato e sarà il motore dell’ultima parte della vicenda, che con un colpo di scena forse non del tutto inatteso ma comunque ben orchestrato condurrà all’epilogo definitivo.

Senza svelare altro del romanzo per non guastarne la lettura a chi non lo conoscesse ancora, non posso che chiudere questo post affermando che ho trovato davvero piacevole questo libro e che penso quindi di leggere presto il secondo volume di una serie che conta al momento quattro titoli, in apparenza sempre ambientati sul lago di Lugano seguendo i casi affidati al’introspettivo e sagace Ezechiele Beretta.

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